Il Vietnam è un Paese che cerca un equilibrio tra sviluppo, conservazione dell’ambiente e ricerca della qualità. E’ molto popolare la geomanzia, o feng shui, o phong thuy, ovvero l’arte di vivere in perfetta sintonia con il proprio ambiente. Questo elemento radicato nella cultura locale rende il Paese particolarmente in linea con le tendenze contemporanee.
E’ un mercato di 83 milioni di abitanti, il 65% ha meno di 30 anni. La popolazione vietnamita, i cui primi insediamenti risalgono a più di 5.000 anni fa, ha combattuto contro i cinesi, che li hanno invasi per 1000 anni, khmer, cham, mongoli, francesi e americani. Questi ultimi hanno lanciato sul territorio 265 kg di ordigni per abitante. E’ un Paese indipendente dal 1945.
I Vietnamiti sono combattivi, orgogliosi, nazionalisti, sentono di essersi guadagnati il rispetto del mondo. Talento per i commercio, senso della competizione economica, cercano l’affare sempre e comunque. In Vietnam la buona reputazione è fondamentale, è sinonimo di prestigio. La famiglia è il nucleo fondamentale della società, ed è una famiglia allargata, comprende anche i cugini di terzo grado.
La capitale, Ho Chi Minh City, ha 6 milioni di abitanti, Hanoi, 3 milioni.
Tante religioni convivono in Vietnam: il buddismo mahayama, il buddismo theravada (più tradizionalista), il buddismo hoa hoa, il taoismo, il confucianesimo (particolarmente importante perché insegna che i singoli esistono solo all’interno di un sistema sociale, quindi il rispetto per la famiglia, la società e lo Stato sono le basi del comportamento su cui vengono educati i giovani), il culto degi antenati, il caodaismo (che unisce insieme Buddha, Confucio, Gesù, Mosè e Maometto), il cristianesimo (8-10% della popolazione), l’Islam (0,5% della popolazione, che lo interpreta liberamente, pregando solo il venerdì e non 5 volte al giorno, che rispetta il Ramadan solo 3 giorni e che pratica una circoncisione solo simbolica).
Il Vietnam ha stimolato film memorabili: Tra cielo e terra, Platoon, Nato il 4 luglio, Full metal Jacket, Il cacciatore, Good morning vietnam, Air America, Apolcalipse now, We were soldiers.
I vietnamiti non sono mai stati grandi costruttori.
Sport popolari, il Badminton e il Tennis.
La festa più popolare vietnamita è la festa del Tet o del primo giorno dell’anno lunare, tra il 19 gennaio e il 20 febbraio. E’ interessante scoprire la poesia che sta dietro a questa festa. Comincia 7 giorni prima, quando i 3 spiriti del focolare (una donna e i suoi due mariti), che dimorano in ogni casa, salgono al cielo per riferire all’imperatore di Giada cos’è accaduto nell’anno che sta finendo. Nella notte di capodanno i 3 spiriti ritornano, e tutte le preoccupazioni finiscono. I fuochi e il casino che fanno i vietnamiti quella notte danno loro il benvenuto.
La fisionomia del territorio ricorda il bilanciere di bambù (don ganh) che regge due cesti di riso, uno del Mekong (fiume a sud), l’altro del fiume rosso, a nord. Ha oltre 3400 km di coste.
Settantadue milioni di erbicidi versati e l’uso del bulldozer durante la guerra con gli americani, hanno dimezzato la vegetazione, oggi solo il 20% del totale del territorio.
La cultura alimentare è molto diffusa, un detto nazionale dice Hoc An, Hoc noi, ovvero “impara a mangiare, prima di imparare a parlare”. Si mangia benissimo e l’invasione francese ha portato una grande eleganza nella preparazione dei cibi. I piatti più popolari sono la salsa di pesce, i tagliolini di riso, il riso, gli involtini primavera, gli involtini di riso, le lumache. I banchetti di festa contano 12 portate. Le bevande nazionali sono la birra, il vino di riso e il caffè.
Un altro detto sul cibo è meraviglioso: il buon cibo è figlio della sincerità. Per questo il cibo italiano ha un potenziale enorme in questo fantastico Paese.