Politiche promozionali per approcciare i Foodies

PROMOZIONE SUI MEDIA 

“Give me a rationale”: Il foodie é entusiasta della cucina italiana ma presenta un livello di educazione al prodotto ancora molto scarso (per citare un esempio concreto, il foodie sa riconoscere il Parmigiano Reggiano e lo preferisce al Parmesan, ma é convinto che il prodotto italiano sia un blend di due formaggi, il Parmigiano e il Reggiano appunto). La principale conseguenza di questo é il fatto che il foodie, più che un richiamo “superficiale” come una pubblicità su un giornale, si aspetta di ascoltare una storia, di essere cioè convinto del motivo che rende l’origine di un prodotto una variabile importante per la sua qualità in tavola.

Giada De Laurentiis
Giada De Laurentiis

Il foodie é avido “consumatore” di food channels e quindi si ritiene che alcuni tra i personaggi di questi canali, considerati ormai in America delle vere e proprie star, possano essere perfetti spokeperson per la produzione alimentare italiana. Più in dettaglio, le maggiori preferenze sono state registrate per Giada De Laurentis e Lidia Bastianich.

 

PROMOZIONE NEI PUNTI VENDITA

“Sampling is key”: altrettanto importante sono le azioni mirate sui punti vendita. In particolare, le prove di assaggio sono viste dai consumatori statunitensi come un momento fondante per decidere se acquistare un nuovo prodotto o per “sperimentare” la differenza tra prodotto ingannevole e non ingannevole. Tali iniziative andrebbero associate a azioni di promozioni sui prezzi dei prodotti non ingannevoli.

“Train the salespeople”: decisivo é inoltre il personale di vendita all’interno dello store. Secondo i foodies la possibilità di educare al prodotto non ingannevole i salespeople, in modo che essi stessi possano spiegare al consumatore le differenze e le qualità dei prodotti, rappresenterebbe un punto a favore della produzione italiana di straordinaria importanza.

sampling

“There must be a set ting”: i consumatori richiamano la necessità di curare, attraverso opportune azioni congiunte con i punti vendita, il setting e la disposizione dei prodotti a scaffale, in modo in primo luogo da evitare il più possibile confusioni e commistioni tra prodotti ingannevoli e non e, se possibile, garantire ai prodotti autentici una maggiore visibilità.

 

PROMOZIONE NEI RISTORANTI 

“Restaurant is a theatre”: il ristorante é il luogo in cui vedere, provare e assaggiare una varietà di prodotti insoliti e nuovi rispetto alle abitudini di acquisto in casa.

 

PROMOZIONE NELL’ETICHETTA

“Italian is what has an Italian name”: spesso i Foodies, nel momento della scelta d’acquisto, stimano “a occhio” la provenienza di un prodotto dal nome e in generale dall’etichetta o dal packaging. Accade spesso che prodotti ingannevoli vengano scelti proprio perché presentano contenuti e richiami all’Italia molto più espliciti, colorati e evidenti degli stessi prodotti non ingannevoli. La migliore fattura grafica e l’eleganza del packaging di prodotti fatti in Italia, se non é abbinata a un chiaro riferimento immediato al nostro Paese, rischia in altre parole di essere “travisata” dal consumatore statunitense.